A venticinque chilometri da Chartres, sulle rive della Loira, sorge la cittadina di Illiers
(dal 1971, in occasione del centenario della nascita di Proust, denominata Illiers-Combray).
vecchia veduta di Illiers |
I Proust vi si erano stabiliti fin dal XVI secolo.
Louis Proust e la moglie Virginie Torcheux, che gestivano una drogheria sulla piazza del mercato,
ebbero due figli: Elisabeth e Adrien, nato nel 1834.
Elisabeth si sposò con Jules Amiot. (Essi ispireranno i due personaggi della Ricerca zia Léonie e zio
Adolphe).
Adrien entrò invece dapprima in seminario, per assecondare il desiderio del padre, ma si accorse
resto di non avere la vocazione e decise di rompere con la tradizione familiare, che voleva i Proust
saldamente ancorati al borgo della Beauce, recandosi a Parigi a studiare medicina.
Nel 1866 fu ammesso con menzione speciale al concours d'aggrégration, l'esame di stato per
l'abilitazione all'insegnamento nelle facoltà di medicina.
Quello stesso anno in Francia scoppiò una grande epidemia di colera e il dottor Proust si distinse per
coraggio e abnegazione nella cura dei malati. Comprese che l'unica profilassi efficace consisteva
nell'adottare un cordone sanitario per impedire il diffondersi del morbo dai focolai dei paesi orientali.
Incaricato di scoprire per quali vie fosse penetrato in Francia dall'Asia, nel 1869 fu inviato in missione
ufficiale in Persia presso lo scià e a Costantinopoli.
Divenuto epidemiologo di fama, supervisore presso l'ospedale Charité, nel 1870 Adrien fu insignito della
Legion d'onore dall'imperatrice Eugenia.
Un mese dopo aver ricevuto l'onorificenza si sposò con Jeanne Clémence, figlia di Nathé Weil, agente
di cambio israelita e Adèle Berncastel (che ispirerà il personaggio della tenera nonna del narratore nella
Ricerca).
Per rispetto verso la sua famiglia Jeanne non abiurò la religione ebraica, ma il matrimonio fu celebrato
con rito cattolico.
Nel 1885 Adrien fu nominato professore di Igiene alla Facoltà di Medicina.
![]() |
Adrien Proust ritratto da Nadar (part.), 20 nov. 1886 |
![]() | |
Jeanne Weil nel 1889 ca |
Il dottor Adrien Proust in un dipinto di Lecomte de Noily e la giovane Jeanne in un ritratto di Anaïs
Beauvais:
Jeanne era una bella ragazza "dal sereno volto di una vergine di Fiandra", di quindici anni più giovane
di Adrien.
La coppia andò ad abitare in un appartamento di un palazzo nel nuovo stile haussmanniano, all'8 di
rue Roy.
[da Google Maps] |
Il giorno precedente le nozze, il 2 settembre, a Sedan, i Prussiani avevano preso prigioniero più di metà
dell'esercito francese e lo stesso imperatore Napoleone III. Il 4 settembre fu proclamata la repubblica,
mentre i Prussiani marciavano su Parigi.
Il 28 febbraio fu firmato l'armistizio, ma in marzo si accese la rivoluzione della Comune.
Parigi in mano agli insorti, fu cinta d'assedio, bombardata e ridotta alla fame dalle truppe regolari di
Thiers, che attuarono poi una sanguinosa repressione.
Adrien decise di trasferirsi, provvisoriamente, con la moglie, incinta, in una zona più sicura, Auteuil,
sobborgo residenziale nei pressi del Bois de Boulogne, e luogo di origine di Jeanne, in un appartamento
dello zio Louis Weil, al 96 di rue La Fontaine.
In quella zona abitavano personalità in vista dell'epoca, tra le quali il pittore Blanche e i Goncourt.
Fu qui che Marcel Proust nacque il 10 luglio 1871. Il 5 agosto ricevette il battesimo cattolico.
![]() |
[da Google Maps] |
Dall'atto di nascita apprendiamo che fu chiamato Valentin, Georges, Eugène, Marcel:
![]() |
[da https://gw.geneanet.org/gntstarproustv?] |
Alla nascita Marcel era talmente gracile da far temere per la sua sopravvivenza.
Jeanne aveva attribuito questo alle privazioni e allo stress sofferti in gravidanza; in un certo senso si
sentì responsabile per il danno che la storia aveva arrecato al suo bimbo prima che nascesse e cercò di
rimediarvi con un affetto forse eccessivo, tanto che Marcel dovette accorgersi che la madre lo amava
di più quand'era malato e la malattia divenne per lui un mezzo per conquistare il suo amore. Le
confessò un giorno: "J'aime mieux avoir des crises et te plaire que te déplaire et ne pas en voir".
![]() | |||
Marcel con la bambinaia, 1875 | |
Ventidue mesi dopo Marcel nacque il secondo figlio della coppia, Robert, un bel bambino robusto.
![]() | ||||
Robert e Marcel a 3 e 5 anni |
![]() |
Robert e Marcel a 5 e 7 anni |
![]() |
I fratelli con la nonna paterna Virginie |
La famiglia Proust si trasferì in un bell'appartamento spazioso al primo piano di
Boulevard Malesherbes, 9, nei pressi della chiesa della Madeleine e non lontano dal duomo
di Sanit-Augustin. Nella corte interna si trovava una bottega di sarto che ispirerà quella del
giletier Jupien.
Fu la residenza di Marcel Proust e dei suoi genitori fino al 1900.
Dalle finestre si poteva vedere una delle celebri colonne Morris (ancora esistente) su cui erano affisse le
locandine degli spettacoli teatrali, su cui sogna il giovane narratore della Ricerca, quando ancora
isuoi genitori non gli permettevano di andare a teatro:
Fantasie sul teatro davanti alla colonna Morris e sugli attori famosi: 🎧audiolettura
![]() |
colonna Morris in Boulevard Malherbes, foto di Charles Marville, 1853 |
Dal 1877 al 1880 la famiglia trascorse le vacanze a Illiers presso gli zii Jules ed Elisabeth Amiot.
![]() |
casa dell'ìnfanzia a Illiers |
![]() |
Zia Elisabeth Amiot |
La sorella maggiore di Adrien Proust e suo marito, ricco commerciante in tessuti di lana, abitavano
nella casa al n°4 di rue du Saint Esprit, oggi Casa di zia Léonie e Museo Marcel Proust.
La famiglia visitava anche il giardino Pré Catelan che lo zio Jules, appassionato di orticoltura,
aveva creato alla periferia della città.
Tutti luoghi che più tardi, trasfigurati, avrebbero concorso a creare il paradiso perduto dell'infanzia a
Combray.
![]() |
la camera con gli oggetti cari a zia Léonie |
![]() |
la lanterna magica |
![]() |
la sala da pranzo e di lettura |
Letture in camera o in giardino a Combray:
riflessioni sul piacere della lettura 1 🎧 audiolettura 22
riflessioni sul piacere della lettura 2 🎧 audiolettura 23
Giornate di letture furtive, quasi clandestine a Illiers. La mattina, quando i familiari uscivano per la
passeggiata, Marcel scivolava in sala da pranzo, che in insieme al giardino era uno dei suoi luoghi
preferiti, e restava in compagnia dei libri fino al loro ritorno. Poi, dopo la pausa per il pranzo,, quando
tutti riposavano nelle proprie stanze, tornava alla felicità della lettura nel suo "castello".
La sua mente vagava in mezzo ai personaggi favolosi che avevano fatto ingresso nella stanza.
Giungeva l'ora di andare a giocare e fare merenda al "parco" lontano dalla casa quasi un chilometro.
Il libro portato con sé, era poggiato sull'erba col divieto di aprirlo se non dopo le corse, il gioco
"obbligato".
Al rientro serale, Marcel, incurante del pericolo di essere punito se fosse stato sorpreso da qualcuno,
continuava il capitolo iniziato. E terminatolo, per placare i "tumulti da troppo tempo scatenati" si
alzava e camminava avanti e indietro per la stanza "con lo sguardo ancora fisso su qualche punto
che si sarebbe invano cercato nella camera o fuori, perché era situato a una distanza d'anima".
I suoi primi autori preferiti furono George Sand, Victor Hugo, Charles Dickens, George Eliot e
La vocazione per la scrittura iniziò fin da bambino.
Quando aveva scorto nello stagno il riflesso rosato di un tetto di tegole, la sua gioia era stata tanta da
gridare entusiasta: "Caspita, che bello!"
Al tempo stesso sentiva che sarebbe stato suo "dovere" non limitarsi "a quelle parole opache" e
cercare di chiarire la sua estasi.
Un'altra volta la visione di tre campanili che si ergevano nella pianura lo riempì di una tale felicità
che, presa una matita, tentò di esprimerla con le parole e dopo, sollevato, si mise a cantare a
squarciagola.
Per molti anni la vocazione avrebbe però urtato contro l'ostacolo della ricerca di intreccio romanzesco,
l'obbedienza alle regole della composizione, che fu superato il giorno in cui accettò se stesso qual era,
Proust spezzò le catene della tradizione della trama svolgentesi nel tempo e nello spazio, lasciando
sgorgare senza costrizioni l'ispirazione che lo animava.
![]() |
il giardino |
![]() |
il cancello |
I soggiorni regolari in campagna furono interrotti quando Marcel iniziò a soffrire di asma,
malattia che ebbe forti ripercussioni sulla sua vita quotidiana, le sue abitudini familiari,
ompresi i soggiorni ad Illiers che gli furono proibiti a causa dei fiori e dei pollini.
Il bambino stordito da una lunga lettura non avrebbe corso mai più in giardino con le braccia tese,
immaginando di essere "un cavallo nella prateria, un gabbiano che sfiora la cresta dell'onda".
Da quel momento avrebbe passato le vacanze sulla costa della Manica.
Ma la malattia, in mancanza di cure adeguate, al tempo, continuò ad affliggerlo per tutta la vita.
Un giorno Proust rispose così a Céleste che gli aveva domandato in che modo avesse potuto
contrarre quella malattia:
"Nessuno ha mai saputo dirlo, nemmeno mio padre, che pure era un grande medico. Una sola
cosa è certa: che la prima crisi l'ho avuta quando ero ancora bambino, un giorno che giocavo nei
giardini degli Champs-Elisées, e già allora non poterono farci niente."
"Non può immaginare cosa fosse allora! Quando la crisi mi prendeva, i miei genitori ne erano
sconvolti. Più di una volta mia madre e mio padre hanno vegliato l'intera notte al mio capezzale
credendo che stessi per morire, come l'ha creduto lei al ritorno da Cabourg".
E Céleste ricordava di un'altra volta in cui le aveva raccontato: "Una di quelle notti papà dovette
andare a prendere nel suo studio tutti i suoi grossi dizionari di medicina per mettermeli dietro la
schiena, al di là dei guanciali, in modo che stessi il più diritto possibile, perché affannavo al punto
da non poter più respirare. E poiché non c'era niente che potesse darmi sollievo, chiamò uno dei suoi
colleghi medici, il quale venne e non trovò altra soluzione che farmi una iniezione di morfina.
Risultato: la crisi peggiorò". Si era interrotto con un risolino, poi l'aveva guardata con un sorriso e
aveva continuato: "Cara Céleste, sapesse come ringrazio il Cielo che quella iniezione non abbia
avuto altri effetti! Infatti, siccome l'asma non mi ha mai lasciato, se per sfortuna mi avesse dato
qualche sollievo, sarei stato poi tentato, a ogni crisi, di farmi io stesso una iniezione, divenendo forse
un morfinomane. Che orrore, quando ci penso! Sì, sarei potuto divenire un relitto umano, come un
mio amico che così si è rovinato."
![]() |
Marcel e Robert nel 1882 ca |
"Una notte mi mostra una vecchia foto:'Che ne dice, Céleste, di questo bambino?' 'Eh, Monsieur, è un principino. Dio, com'è bello, con quel bastoncino in mano! Fosse biondo potrebbe esser lei'. Disse ridendo: 'Ma, Céleste, io da bambino prima di esser bruno e con il naso rotto come ora, ero biondissimo!' Si vedeva, comunque, che quel 'principino' gli aveva fatto molto piacere."
![]() | |
Robert e Marcel nel 1885 |
Fra il 1882 e il 1886 Marcel fu solito andare a conversare e giocare agli Champs-Élysées.
Un pomeriggio del 1883, in una zona chiamata, a partire dal 1969 Allée Marcel Proust, incontrò
colei che in seguito definì "l'ivresse et le déséspoir de mon enfance": la giovanissima Marie de Benardaky,
figlia di un maestro di cerimonie alla corte russa. Marie e la sorella, sorvegliate dalla governante,
andavano ogni giorno al parco, per giocare con altri bambini di ricche famiglie borghesi.
In una lettera del 15 luglio 1887 ad Antoinette Faure (che con la sorella Lucia faceva parte del gruppo di
ragazzini che frequentavano il parco), il sedicenne Marcel rievocava l'incontro con una bambina
"très jolie et en plus en plus exubérante".
![]() |
Marie de Benardaky (1874- 1949) |
Proust rievocò spesso questo suo amore inespresso nella corrispondenza e nei romanzi.
Nel 1912 nelle Chroniques del Figaro scrisse: "Quand j'avais douze ans, je jouais aux Champs-
Élisées avec une fillette que j'amais, que je n'ai jamais revue, qui s'est mariée, qui est aujourd'hui
mère de famille et dont j'ai lu le nom l'autre jour parmi les abonnés du Figaro".
Già presente nel suo primo romanzo, Jean Santeuil, col nome di Marie Kossichef, la ritroviamo
nel personaggio della figlia di Swann, Gilberte, primo amore del narratore nella Ricerca.
[foto e informazioni da https://terresdefemmes.blogs.com]
![]() |
Marie ritratta da Nadar nel 1893 |
Nel 1882 Marcel si era iscritto al liceo Condorcet, frequentato in seguito anche dal fratello Robert
![]() |
La sortie du lycée Condorcet di J. Bérard [parismuseescollections.paris.fr] |
La scelta del Condorcet che distava solo dieci minuti di cammino da casa, fu indubbiamente dettata
ai genitori anche da ragioni di comodità, ma si rivelò molto felice. A differenza di altri licei parigini,
come il Louis le Grand o l'Henri IV, vi si respirava un clima di libertà e di autentica cultura. Gli
insegnanti, molti erano letterati di secondo piano, miravano a stabilire un rapporto di collaborazione
con gli studenti e davano molto spazio alla letteratura contemporanea. Gli autori più letti erano Barrès,
Anatole France, Lemaitre, Maeterlinck, Léon Dierx e Leconte de Lisle.
![]() |
Marcel nel 1887 |
![]() |
Robert nel 1887 |
Maxime Gaucher, scorse in lui la vena dello scrittore.
Proust divenne allievo prediletto del burbero e sarcastico Darlu, "il grande filosofo dalla parola
ispirata" da cui Marcel imparò che un'opera d'arte, per essere grande, non deve essere solo poetica o
morale, ma anche metafisica.
Il professor Darlu contò molto nella sua formazione. Gli ispirò anche il personaggio di M. Beulier nel
Jean Santeuil: "À la place où sonma maître avait semé un seul mot, Jean, qui le cultivait avec amour,
trouvait au bout de quelque temps une idée florissante!"
Nel Questionario di Proust, M. Darlu è uno dei due nomi che furono dati da Proust in risposta alla
domanda: "Miei eroi nella vita reale".
![]() |
Alphonse Darlu, foto di P. Petit [Wikipedia] |
Alla conclusione del corso ottenne il primo premio in dissertazione filosofica.
Si distinse poi anche in altre materie, tanto che fu presentato al Concours Général per storia, francese e
greco. Ebbe una sola grande avversione: la matematica.
A scuola nacquero alcune amicizie durature con alcuni compagni tra i quali: Daniel Halévy,
Fernand Gregh, Jacques Bizet (figlio del celebre compositore), Robert Dreyfus, Robert de Flers.
Daniel Halévy (1872-1962) |
Fernand Gregh (1873-1960) |
Jacques Bizet (1872-1922) |
Robert Dreyfus (1873-1939) |
Questa foto reca la dedica "À mon cher petit Marcel. Robert":
Robert de Flers (1872-1927) [da Sotheby's] |
Con gli amici fondò alcune riviste manoscritte in poche copie, che prendevano il titolo dalla copertina
del quaderno su cui erano scritte (Revue Verte, Revue Lilas), Revue de Seconde e Lundi, che
costituirono le sue prime esperienze letterarie.
![]() |
Copertina della Revue Verte, 1888 |
A 17 anni incontrò Laure Hayman, démi-mondaine e scultrice di origine anglo-cilena, celebre per la
raffinatezza delle sue toilettes. Lei lo soprannominò da subito il suo "petit Saxe psicologique".
Il suo salotto era al 4 di Rue La Perouse, stessa via in cui abiterà il personaggio di Odette de Crécy, di
cui fu ispiratrice, anche se nell'ultima lettera a Laure, Proust negò decisamente questo legame.
Ispirò anche il personaggio di Mademoiselle Sacripant.
Fra i suoi amanti il duca di Orléans, La Rochefoucauld duc d'Estrées, re Giorgio I di Grecia, il
principe Egon IV von Fürstenberg, Louis Weil (prozio materno di Marcel) e Adrien Proust (il padre).
Ebbe una relazione con Mimi Pegère, haitiana, soprannominata la Contessa nera, ma l'unica persona
che amò fu il pretendente al trono di Serbia, principe Alexis Karageorgevich. Visse della generosità del
finanziere Raphaël Bischofsheim.
![]() |
Laure Hayman (1851- 1940) |
ritratta da Raimundo Madrazo
Nonostante le assenze per malattia completò regolarmente gli studi e si diplomò nel 1889.
Nella foto di classe dell'ultimo anno di liceo è il primo a sinistra in seconda fila.
Conseguita la maturità, Marcel scelse di fare un anno di volontariato a Orléans. Questo tipo di ferma
militare, di cui era prevista l'abolizione l'anno seguente, si svolgeva in un solo anno.
![]() |
Marcel con la divisa del 76° Reggimento di Fanteria |
Durante il servizio militare divenne grande amico di Robert de Billy, distaccato al 30° Reggimento di
Artiglieria. Sarebbero rimasti sempre molto legati, trascorrendo molte ore in lunghe chiacchierate, anche
durante l'ultimo periodo della vita di Proust.
![]() |
Robert de Billy (1869-1953) |
Il diciannovenne Proust conosceva bene la sua vocazione. I genitori consideravano la letteratura una
attività secondaria cui dedicare solo il tempo libero. Si iscrisse allora alla facoltà di legge dove frequentò
i corsi della Scuola di Scienze Politiche (che preparava all'ingresso in diplomazia).
![]() | |
Jeanne Proust nel 1890 |
![]() |
Adrien Proust nel 1890, foto di Nadar |
1890. Il nonno Nathé morì sei anno dopo.
Nel settembre 1891 Marcel trascorse un periodo di vacanza a Trouville e Cabourg in Normandia,
dove fu colto dai malinconici ricordi delle villeggiature passate in compagnia della nonna.
![]() | |
I nonni Nathé e Adèle | |
![]() |
Grand Hotel e stabilimento balneare a Cabourg |
schizzo eseguito da Jacques-Emile Blanche (1891) |
![]() |
Jacques-Emile Blanche (1861-1942) |
Nel Jean Santeuil Proust lo descrisse compiaciuto:
"Un brillante giovanotto che pareva ancora posare davanti a tutta la Parigi mondana,
con i suoi occhi allungati e bianchi come una mandorla fresca, quel volto luminoso e fresco
come un mattino di primavera".
Proust veniva accolto dovunque con cordialità, sapeva interessare, conquistare, divertire.
Possedeva una straordinaria capacità di cogliere un gesto, un timbro di voce, uno spunto comico; le sue
imitazioni divertivano tutti.Questo fu il periodo del suo ingresso nei salotti: fra il 1890 e il 1893 Marcel Proust frequentò quello di
Madame Straus, vedova di George Bizet, risposata con l'avvocato Emile Straus, madre dell'amico e
compagno di liceo Jacques Bizet e uno dei modelli per il personaggio della duchessa di Guermantes.
In questa foto Proust, primo a sinistra è seduto a fianco di Etienne Ganderax e Géneviève Straus:
![]() |
[da https://books.openedition.org/editionscnrs/42904] |
Venne introdotto nel salotto di Leontine Lippmann detta Madame de Caillavet a cui Proust si ispirò per
il personaggio di Madame Verdurin; il consorte Louis Arman de Caillavet fu probabilmente il modello
per M. Verdurin.
Fu amica e musa di Anatole France, a sua volta ispiratore del personaggio di Bergotte, forse insieme a
![]() |
Leontine Lippmann (1844-1910) |
![]() |
Marcel con la madre e il fratello [https://www.bnf.fr] |
![]() |
Proust nel 1892, foto di Nadar [https://art.rmngp.fr] |
Qui lo vediamo in ginocchio, in posa scherzosa, davanti all'amica Jeanne Pouquet (che sposò
Gaston Armand de Caillavet, divenendo nuora di Madame de Caillavet) ispiratrice del personaggio
della giovane Gilberte, in piedi su una sedia.
![]() |
Nel 1893 Proust entrò nel salotto che Madeleine Lemaire teneva nel suo studio di pittrice in rue
Monceau, dove venivano ricevuti pittori, musicisti, attori, letterati e rappresentanti del Faubourg
Saint-Germain tra cui i La Rochefoucauld, gli Uzès, il Luynes, i Greffulhe e la contessa Laure de
Chevigné di cui Proust si innamorò, venendone umiliato.
![]() |
Madeleine Lemaire [da https://leblant.com/] |
Laure de Sade, contessa Chevigné (foto di Nadar) |
La contessa era una pronipote del marchese de Sade. Spirito vivace e anticonformista, fu una
figura di spicco della vita mondana aristocratica. Manteneva la sua perfetta forma fisica
con esercizi e mangiando poco, ma era un'accanita fumatrice (la sua voce rauca ispirò quella
della duchessa di Guermantes). Pioniera del femminismo, nell'abbigliamento adottò uno stile
androgino (si faceva confezionare tailleurs grigio scuro in atelier per uomini), mentre fiera del
suo antenato, amava ispirarsi ad eroine libere sessualmente, collezionando avventure passeggere.
Il suo salotto divenne un ritrovo esclusivo di artisti e aristocratici.
Ogni primo dell'anno i membri del club le facevano dono di un nuovo giro di perle che le
"permettevano di contare amici e anni."
Proust la vide per la prima volta a teatro e ne restò così colpito che le dedicò un ritratto nel
numero di marzo 1892 de Le Banquet in cui parla di lei come di una "dea-uccello".
![]() |
[da https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1527245c/f84.item] |
Deciso ad incontrarla, dapprima attraverso il nipote Gaston Laurens de Warus, poi con
appostamenti davanti alla sua porta, sperando che la contessa si accorgesse di lui, ma quando
finalmente la abbordò, lei lo gelò dicendo bruscamente: "Fitz-James m'attend!"
Questa offesa al suo amor proprio marchiò profondamente l'animo di Proust, il quale però,
qualche anno dopo, sarebbe stato introdotto nel suo salotto.
[da https://www.vanityfair.fr/... ]
Tra i frequentatori del salotto di Madeleine Lemaire c'era anche Sarah Bernhardt, che gli ispirò
il personaggio della Berma, insieme all'attrice Rejane.
![]() |
Sarah Bernhardt nella Fedra di Racine |
Gabrielle Charlotte Réju detta Réjane |
![]() |
Réjane in Le Lys Rouge di A. France |
Vi conobbe anche il conte Robert de Montesquiou, dandy, poeta, mecenate omosessuale.
Fu modello per il personaggio di Des Esseintes in À rebours di Huysmans.
Avido di lodi e di adulazione, ispirerà tratti del barone Charlus.
Montesquiou ritratto da Doucet, 1879 |
Nel 1893 Proust restò affascinato dalla bellezza e dalla distinzione del giovane americano
Willie Heath, morto di tifo a 24 anni il 3 ottobre di quello stesso anno.
Lo ricorderà con una lunga commossa dedica in Les Plaisirs et les Jours.
La famiglia attraversò diverse traversie giudiziarie legate all'attività finanziarie del padre
William negli Stati Uniti (fallimenti e anche incarcerazione). La madre, Elisabeth Swan,
rimasta vedova, per qualche anno frequentò gli ambienti mondani parigini, ma il dolore per
la morte di Willie (un altro figlio era morto in tenera età), le fecero perdere la ragione.
Willie Heath può essere considerato uno dei modelli per il personaggio di Swann?
[Da Swann: l'hypothèse Willie Heath]
Willie Heath (1869-1893), foto di Nadar da Sotheby's |
Il 22 maggio 1894 nel salotto di Madaleine Lemaire incontrò il pianista e cantante Reynaldo Hahn
e si legò a lui di un amore appassionato e ricambiato fino al 1896.
In seguito, la loro affinità elettiva continuò e restarono amici fraterni fino alla fine della vita di
Proust e oltre.
![]() |
Reynaldo Hahn (1874-1947) |
Reynaldo era figlio di una cattolica venezuelana e di un ricchissimo imprenditore ebreo tedesco, ultimo
di dieci fratelli, fu enfant prodige al Conservatorio di Parigi dove studiò con Massenet, Gounod e
Saint-Saëns.
Detto il piccolo Mozart, a 14 anni musicò Chansons grises di Verlaine, a 16 Si mes vers avaient les ailes
di Hugo, una musica di scena per Daudet e all'epoca dell'incontro con Proust era intento a terminare
l'opera comica L'Île de rêve.
Proust stava per redigere il suo primo libro (Le Plaisirs et les Jours).
Reynaldo aprì a Marcel mondi sconosciuti in campo musicale e anche mondano. Divenuti inseparabili,
nell'estate del 1895 furono ospiti di Madeleine Lemaire e la figlia Suzette nel castello di Révellion.
Proust disse in seguito, alla cara Céleste Albaret di avervi trascorso giorni "incantevoli, tra i più belli
della sua gioventù".
Si spostarono poi in Bretagna, dove in un piccolo albergo nel piccolo villaggio di pescatori di Beg-Meil,
dove vissero come in un sogno la loro libertà. Pur non essendo più reato in Francia dal 1791,
l'omossessualità restava comunque un reato sociale. Lì l'uno iniziò la composizione del Bréton Choral,
l'altro la scrittura del Jean Santeuil.
☞ Proust soggiornò a Beg-Meil?
☞ La cala di Beg-Meil, luogo d'ispirazione
La loro storia rivive nelle pagine della Ricerca nella passione di Swann per Odette e nella petite
phrase della Sonata di Vinteuil.
Anni dopo la morte di Proust, la piccola frase comparve, trascritta a memoria, in una
in una lettera di Hahn all'amico comune Henri Bardac.
☞ "Ho bisogno di essere amato" l'incontro fra Marcel Proust e Reynaldo Hahn..."
Questa è l'unica foto, risalente forse al luglio 1895, in cui compaiano insieme Proust e Hahn.
Dietro di loro la sorella del secondo, Maria, e il cognato, il pittore Federico de Mandrazo. detto 'Coco'.
![]() |
[da https://bnf.hypotheses.org/2712] |
Iniziò a formarsi la leggenda di un Proust frivolo e snob.
L'ambiente che più lo affascinava era il Faubourg Saint-Germain, il quartiere dell'aristocrazia, dove
entrare non era facile, ma egli vi riuscì tramite il succitato Robert de Montesquiou "imparentato con
quasi tutta l'aristocrazia europea".
Nel Faubourg Proust scoprì un mondo seducente, uomini e donne idealizzati, le dame all'Opéra erano
"bianche divinità" dai "volti lucenti... sotto le loro capigliature di porpora disseminate di perle."
Soirée dans le Faubourg Saint-Germain e Sorti de l'Opéra di J. Bérard |
Balcon du Cercle de la rue Royale (part.) di J. Tissot |
L'uomo in piedi col cilindro è Charles Haas, amico di Proust; si erano conosciuti nel 1890, nel
salotto di Madame Straus.
Figlio di un ricco agente di cambio, membro del Jockey Club di cui era l'unico membro di origine"Occhi verdi sotto un'alta fronte circondata da capelli biondi quasi rossi, pettinati alla Bressant."
Per molti aspetti sembra corrispondere a Charles Swann... Il suo rapporto affettivo con la figlia di
Madame Straus, Luisita, sembra rispecchiare quello dell'affettuoso padre di Gilberte.
Madame Straus notò le corrispondenze, tanto da riferirsi a lui come Swann-Haas, ma in in una
lettera a Gabriel Astruc, del dicembre 1913 (Correspondance 12: 387), poco dopo la pubblicazione
del primo volume, Proust negò di aver ritratto la realtà, tranne qualche monocolo, perché troppo
pigro per creare qualcosa che semplicementte la duplicasse.
Ma ammise che Haas era stato il punto di partenza per il suo Swann. [da https://www.proust-ink]
Charles Haas (1832-1902) ritratto da Théobald Chartran |
Questo quadro del 1903 può avere ispirato a Proust la danza delle 'fanciulle in fiore'?
I facili successi mondani non appagavano però il giovane Marcel che sapeva di trovare la felicità solo
nel lavoro e nella sua vera vocazione:
"I veri libri non devono essere figli della notorietà e delle discussioni di salotto, ma dell'oscurità e del
silenzio".
Fin dal 1892 collaborava alla rivista Le Banquet, fondata in omaggio al professor Darlu, dal gruppo di
suoi studenti del Condorcet, cui si erano uniti il drammaturgo Gaston de Caillavet (figlio di Leontine
Lippmann, tra gli ispiratori del personaggio di Satint-Loup), lo scrittore, giornalista, politico
comunista Henri Barbusse e Léon Blum, futuro ministro socialista.
Gaston de Caillavet (1869-1915) |
[da https://www.ebay.com]
Gaston strinse una forte amicizia con Marcel. Sposò Jeanne Poquet e la figlia Simone si unì in seconde
nozze con lo scrittore André Maurois, autore tra l'altro, della biografia "Le monde de Proust".
A differenza dei suoi colleghi che affrontavano temi impegnativi, Marcel mandava in redazione ritratti
di donne di mondo, celebri cortigiani, racconti scritti in modo impeccabile, ma languido e artificioso.
I compagni si convinsero che egli pensasse più a farsi accogliere in certi salotti nobili che a dedicarsi
alla scrittura.
![]() |
Robert de Fleur, Marcel Proust e Lucien Daudet, 1894 |
Questa foto, in cui il sedicenne Lucien Daudet (1878-1946), figlio del romanziere Alphonse, posa lo
sguardo su Marcel, secondo quanto rivelato sul Journal da Jean Lorrain, provocò un violento litigio
fra Proust e la madre.
I due ebbero una breve relazione e in seguito restarono amici per tutta la vita.
Sappiamo, grazie agli studi di Philip Kolb, che nel 1895, durante il soggiorno in Bretagna con
Reynaldo Hahn, Proust aveva iniziato la stesura di un lungo romanzo disseminato di elementi
autobiografici narrati in terza persona, a cui avrebbe lavorato per quattro anni, lasciandolo
incompiuto, il Jean Santeuil.
prima pagina del Jean Santeuil [da https://gallica.bnf.fr] |
Nel suo saggio Jean Santeuil, ossia l'infanzia della Recherche, del 1953, Gianfranco Contini
lo definiva un "cartone" preparatorio a quella che sarebbe stata l'opera definitiva.
![]() |
Proust verso il 1895, foto di Otto Wegener |
L'anno dopo pubblicò in un elegante volumetto intitolato Les plaisirs et les jours i suoi primi testi
(saggi giovanili, studi, abbozzi, caricature, fogli sparsi) alcuni inediti, altri già pubblicati in riviste
quali Le Banquet, Le Gaulois, La Revue Blanche.
Anatole France firmò a malincuore una fiacca prefazione. Lo impreziosivano alcuni brani musicali
di Reynaldo Hahn e le illustrazioni di Madeleine Lemaire. Il volume costava tredici franchi e
mezzo, un prezzo esorbitante per l'epoca.
☞ versione digitale dell'edizione originale in Gallica, BNF
![]() |
Prima pagina della dedica all'amico Willie Heath |
![]() |
illustrazione di M. Lemaire per Les Plaisirs et Les Jours |
L'opera fu stroncata dalla critica e l'autore accusato di essere un raffinato bibliofilo e un frivolo
perdigiorno.
Fu un insuccesso completo. E rischiò addirittura di costargli la vita: offeso dalla recensione
eccessivamente sarcastica del critico Jean Lorrain, Proust, con molto coraggio, lo sfidò a duello;
per fortuna nessuno dei colpi andò a segno. L'onore fu salvo e i due si separarono salutandosi.
Aveva 26 anni quando la malattia si aggravò, le crisi d'asma si fecero sempre più persistenti. Notando
che gli attacchi erano più frequenti di giorno, Proust prese l'abitudine, mantenuta fino alla morte, di
dormire nel pomeriggio e di restare sveglio la notte.
Durante le veglie notturne leggeva, lavorava o usciva.
L'asma era aggravata dalle reazioni psicologiche: era ossessionato da polvere, odori, fumo del sigaro e
del treno. 'Manie' pensavano i conoscenti; in realtà un modo di proteggersi come poteva.
La medicina di allora non era in grado di aiutarlo.
Nel maggio 1897 il prozio Louis Weil morì e la casa in rue La Fontaine ad Auteuil fu venduta, il parco
frazionato e l'intera proprietà ricostruita.
Proust lavorava e, quando la salute glielo permetteva, frequentava i salotti e dava ricevimenti.
Allargava sempre più le sue conoscenze: fece amicizia con i principi rumeni Emmanuel e Antoine
Bibesco, con Bertrand de Fénélon e Gabriel de la Rochefoucauld, tutti giovani dall'animo sensibile
che condividevano con lui l'amore per la letteratura, per la musica e per l'architettura religiosa.
Inoltre erano tutti dreyfusardi.
Emmanuel e Antoine Bibesco da Sotheby's |
Antoine Bibesco (1875-1951) avvocato, diplomatico e scrittore, fu tra gli ispiratori del personaggio
di Saint-Loup.
Proust ormai occupava una brillante posizione nell'ambiente mondano, ma non esitò a metterla in
gioco per difendere la causa del capitano ebreo Dreyfus, caso che scosse profondamente l'opinione
pubblica francese. Proust scrisse: "La Francia si era divisa in due: da una parte l'enorme
maggioranza di coloro che volevano confidare nella menzogna; dall'altra una piccola schiera che
si batteva".
A partire dal 2 dicembre 1897 l'intellettuale Lucien Herr, bibliotecario all'École Normale Supérieureprotesta contro "la violazione delle forme giuridiche nel processo Dreyfus del 1894" e chiedere al
parlamento di "mantenere le garanzie legali contro ogni arbitrarietà.
Non era facile persuadere le persone a firmare e occorreva anche molto coraggio.
Marcel, il fratello Robert, Jacques Bizet, i cugini Daniel e Élie Halévy ebbero l'incarico della fase
esecutiva della petizione.
Proust, fino a poco prima, timido dreyfusardo, cui non erano stati preclusi i salotti del Faubourg, uscì
dalla sua camera per passare le serate al Café des Varietés ad organizzare la campagna. La vicenda
lo riportava alle sue origini: cattolico per parte di padre, ebreo per parte di madre.
Ritenuto il più adatto a convincerlo, fu mandato Anatole France. Vi riuscì, la sua firma fu messa
in cima alla lista subito dopo quella di Emile Zola. E Marcel si autoproclamò "primo dei dreyfusardi".
Le firme diventarono 104. Il 14 gennaio, giorno successivo al "J'accuse...!" di Zola su L'Aurore,
nello stesso giornale comparve una colonna dal titolo: "Une protestation" con un breve testo e le firme
degli aderenti che ben presto sarebbero diventate 1482.
L'articolo di Zola sfociò in un processo per diffamazione, cui Proust volle presenziare fin dal mattino
del primo giorno, fra la folla straripante, con una scorta di panini e caffé per resistere fino a sera.
e[dall'articolo: Tra duelli e affaire Dreyfus, la furiosa gioventù di Proust...]
![]() |
[da https://gallica.bnf.fr/] |
Nel 1897 Proust frequentava il salotto di Méry Laurent, che ospitava artisti e letterati tra cui
Zola, Coppée, Gervex, Whistler.
Lei, seducente attrice e cortigiana dal fisico prorompente, era stata amante e musa di Manet
fino alla sua morte ed ora la era di Mallarmé.
Fu tra le ispiratrici del personaggio di Odette.
[da Wikipedia]
Méry Laurent (1849-1900) |
Nel 1899 in casa Proust si tenne un grande pranzo con Anatole France, Robert de Montesquiou
e la giovane poetessa Anna de Noailles.
Anna de Noaille (1876-1933) |
Durante un soggiorno con i genitori ad Evian cominciò a leggere le opere di John Ruskin.
Lo aveva scoperto leggendo il saggio di Robert de la Sizeranne, Ruskin e la religione della
bellezza.
In autunno iniziò i pellegrinaggi alle cattedrali da lui descritte, recandosi ad Amiens e Bourges.
Il 13 febbraio 1900 iniziò la collaborazione con Le Figaro, con un articolo intitolato "Pélerinages
ruskiniens en France", in cui rendeva omaggio allo scrittore inglese, morto di recente.
☞ l'articolo intero |
Gli articoli vertevano spesso su cronache letterarie su paesaggi e impressioni di viaggio.
Fra il 1903 e il 1904 descrisse anche con una punta d'ironia i salotti dell'alta società.
Il 20 marzo 1907 il giornale pubblicò in prima pagina il più 'proustiano' dei suoi articoli:
"Journées de lecture".
Iniziava parlando delle visite di cortesia limitate dai pericoli delle varie epidemie in corso, proseguiva parlando delle conversazioni telefoniche, tema che sarà ripreso nella Ricerca :
"Présence réelle – que cette voix si proche – dans la séparation effective. Mais anticipation aussi d'une séparation éternelle. Bien souvent, l'écoutant de la sorte, sans voir celle qui me parlait de si loin, il m'a semblé que cette voix clamait des profondeurs d'où l'on ne remonte pas [...]" e terminava con una lunga riflessione malinconica su "le passé que les noms découvrent" al poeta, cioè sulla potenza evocatrice contenuta nei nomi di personaggi scomparsi da lungo tempo. Un'idea che costituirà il cuore del progetto di Proust scrittore: i nomi (e la letteratura) possiedono una magia che la realtà sempre illusoria non ha, e che era riassunta magnificamente nel finale:
"Peut-on raisonnablement demander aux hommes de se montrer dignes de leur nom quand les plus belles choses ont tant de mal pour ne pas être inégales aux leur, quand il n'existe aucun pays dont la vue puisse satisfaire le désir de rêve que son nom avait fait naître en nous?" [da Retronews]
Per Le Figaro scrisse anche nove acclamati pastiches su una vicenda di cronaca giudiziaria, l' 'affaire
Lemoine' o des Diamans, che intrigò per diversi mesi l'opinione pubblica e i lettori.
Secondo il letterato Jules Lemaitre: "C'è da non aver più il coraggio di scrivere; non sono soltanto
straordinari: fanno anche paura".
Il pastiche era un gioco letterario particolarmente apprezzato in quegli anni. Proust vi si era cimentato
imitando Jules Lemaitre, La Bruyère, Flaubert, Montesquieu, Mme de Sévigné,
Balzac e il duca di Saint -Simon (quest'ultimo in un articolo del 18 gennaio 1904. "Fête chez
Montesquiou à la Neully [Extrait des Memoires de duc Saint-Simon]".
L'affair Lemoine stuzzicò di nuovo la sua verve e, tra il 22 febbraio e il 21 marzo 1908 comparvero
sette pastiches di Balzac, Faguet, Michelet, de Goncourt, Flaubert, Sainte-Beuve e Renan. Se ne
aggiunse un ottavo di de Régnier. Altri, in parte ritrovati, restarono allo stadio di bozza.
Oltre che divertimenti, erano anche tentativi di "critique en action" parallela agli studi di critica
analitica che conduceva su quegli autori.
Prese contatto con alcuni editori per pubblicarli in volume, ma invano, per ora.
[da https://www.persee.fr/doc/simon_0409-8846_1977_num_5_1_942]
Fra aprile e maggio del 1900 Proust soggiornò con la madre a Venezia, per un viaggio culturale.
"Quando, alle dieci del mattino, venivano ad aprirmi le persiane, vedevo fiammeggiare... l'Angelo
d'oro del Canpanile di San Marco. Rutilante per un sole che lo rendeva quasi insopportabile alla
vista... mi faceva una promessa di gioia".
Proust esplorò i piccoli rii, i campielli. Nella Ricerca farà dire al narratore:
"Vi ritrovavo infatti più facilmente quelle donne del popolo, le fiammiferaie, le fabbricanti di collane
di perle, le operaie del vetro e dei merletti ... che nulla mi impediva di amare perché in gran parte
avevo dimenticato Albertine, e che più di altre mi parevano desiderabili perché ancora un poco me
la rammentavano".
Questo soggiorno (come il secondo in ottobre) fu accompagnato e commentato dalla lettura di un'opera di
Ruskin: The Stones of Venice, che fruttò anche qualche saggio critico pubblicato su riviste di storia
dell'arte.
Fu a Venezia che iniziò la traduzione de La Bibbia di Amiens sulla cattedrale di Amiens.
Data la sua scarsa conoscenza della lingua inglese si fece aiutare dalla madre che ne aveva una buona
padronanza e da una cugina di Reynaldo Hahn, sua cara amica, Marie Nordlinger, Madame Riefsthal,
che aveva anche conosciuto Ruskin personalmente. Considerata fra i modelli per il personaggio di
Albertine, fu una valente artista nel campo del cloisonné e lavorò come agente del celebre mercante
d'arte, mecenate ed editore Siegrfrid Bing.
![]() |
Marie Nordlinger [da https://ar.pinterest.com] |
Pur conoscendo poco l'inglese Proust arrivò a comprendere il linguaggio di Ruskin fin nelle più
lievi sfumature, lavorando sulle traduzioni letterali fatte dalla madre e da Marie, che poi egli
confrontava agli originali e rielaborava completamente.
Proust fece sua l'idea di Ruskin che il compito dell'artista non è tanto immaginare quanto
percepire, tradurre. La grandezza dei pittore (come Turner per Ruskin) sta nel saper rendere
comunicabile la propria visione del mondo, senza pregiudizi intellettuali o fini utilitari. Questo
porta ad una svalutazione dell'intelligenza che ci dà delle cose immagini astratte e infedeli.
Secondo Ruskin "nulla deve interporsi tra la natura e l'occhio dell'artista".
Proust di allontanerà in seguito da Ruskin, quando giungerà a comprendere di avere peccato di
idolatria, di essersi sbagliato nel ricercare la bellezza per il piacere che essa procura (che porta
già una forma di utilitarismo) e identificando la bellezza con l'oggetto, mentre la bellezza sta
nell'atto stesso della percezione, come risultato di un processo interiore.
Swann morirà senza averlo compreso. [dall'introduzione a I Guermantes, BUR]
![]() |
John Ruskin (1819-1900) |
Il Jean Santeuil invece, scritto su fogli di carta intestata di alberghi, brutte copie di lettere e altre carte,
finì dimenticato in una cassa dentro a un ripostiglio, fino alla sua riscoperta nel 1952 e al suo riordino
a cura di Bernard de Fallois.
☞ versione digitale del manoscritto completo parte 1 - parte 2
Nella città lagunare Proust ammirò le grandi tele di Carpaccio.
A Padova, nella Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, restò particolarmente colpito dal
A metà ottobre Proust 1900 ritornò da solo a Venezia. Di questo secondo soggiorno resta la sua firma
sul registro degli ospiti del Monastero Armeno sull'isola di San Lazzaro.
![]() |
Proust a Venezia nel 1900 |
![]() |
Proust nel 1900 ca. [da https://news.cnrs.fr] |
Quell'anno la famiglia Proust si trasferì da boulevard Malesherbes al 45 di rue de Courcelles, in una
casa "dalla "volta sonora e dalla larga scalinata".
![]() |
[da https://www.google.com/maps/] |
![]() | |
Adrien e Robert sul balcone della nuova abitazione | |
In questa foto di un pranzo in campagna Marcel è al centro, il padre Adrien seduto
a destra, con la bombetta [da https://picnicwit.com]
che però non aveva simpatia per lui.
Louisa de Mornand (1884-163) [da Gallica.bnf.fr] |
![]() |
lettera di Proust ad Albufera, con poesia per Louisa, 1904 [da Sotheby's] |
Marcel gli dedicò la traduzione della Bibbia di Amiens, edita nel 1904 dalla Societé de
Mercure de France.
[da https://gallica.bnf.fr] |
Una relazione su tale opera fu pronunciata all'Accademia di Scienze morali e politiche da Henri Bergson
(che aveva sposato una cugina di Proust).
Avrebbe poi tradotto anche la raccolta di un ciclo di conferenze di Ruskin, Sesamo and the Lilies.
continua su: https://gallica.bnf.fr |
Torniamo al 1907: dietro richiesta di Calmette, direttore del giornale, Proust scrisse una straziante
meditazione su un terribile fatto di cronaca nera che aveva riguardato dei conoscenti della sua
famiglia: Madame Blarenberghe era appena stata assassinata dal figlio, persona molto in vista,
presidente delle Ferrovie dell'Est, che si era poi ferito pugnalandosi e infine si era ucciso
sparandosi in bocca. Il 1° febbraio Le Figaro pubblicò l'articolo dal titolo "Sentiments filiaux d'un
parricide" nel quale riportò le ultime parole della donna ("Henri, che cosa hai fatto di me!")
aggiungendo questo commento: "Se ci pensiamo onestamente, forse non c'è neppure una madre
veramente amorosa che nel suo ultimo giorno di vita, ma spesso molto prima, non potrebbe
rivolgere questo rimprovero al proprio figlio".
continua su: https://gallica.bnf.fr |
Qui una copia sfogliabile scritta a mano da Céleste Albaret, in vista di una possibile pubblicazione in
"Pastiches et Mélanges" :
[da https://gallica.bnf.fr] |
Qui il testo completo (da Pastiches et Mèlange, 1921)
![]() | |
Gaston Calmette (1858-1914), foto di Nadar |
[da Wikipedia]
Calmette, direttore de Le Figaro dal 1903 al 1914, portò il giornale su posizioni revansciste.
Fu tra i primi a credere nel talento letterario di Proust, pubblicando diversi suoi articoli
spingendolo a pubblicare la Ricerca, il cui primo volume sarà a lui dedicato.
Morì assassinato per mano della moglie del ministro delle finanze Joseph Caillaux, Henriette,
esasperata dai violenti attacchi rivolti da Calmette al marito. Difesa dal celebre avvocato
Labori, già difensore di Dreyfus, la donna fu in seguito assolta.
Nell'agosto 1907 Proust tornò a Cabourg, sede delle villeggiature della sua giovinezza.
Di quel soggiorno si conosce questa fotografia in cui Proust, protetto dal cappello di
paglia, si trova accanto ad uno sconosciuto.
![]() |
[☞ ricerche volte a trovare il luogo dello scatto] |
In una lettera dell'agosto 1907 a Elisabeth de Riquet de Caraman Chimay scriveva che da quando era lì
poteva alzarsi e uscire tutti i giorni, cosa che non gli succedeva da sei anni.
Cabourg fu il luogo che maggiormente ispirò a Proust quello immaginario di Balbec, insieme a
Alfred Agostinelli (1988 -1914) |
Egli lavorava presso la compagnia di taxi diretta da Jacques Bizet, la Taximètres Unic de Monaco,
fondata dai Rothschild, che durante l'estate metteva a disposizione dei vacanzieri vetture con autista.
In inverno lo stesso servizio era svolto a Monaco.
Fu così che Marcel incontrò due giovani autisti, Odilon Albaret e Alfred Agostinelli.
Per la prima di una lunga serie di escursioni nella regione, Proust ingaggiò Agostinelli perché al volante
di un nuovo taxi rosso lo conducesse a visitare le chiese medievali, come quella di Lisieux, per
ammirarne la facciata e i portici illuminati nella notte dai fari dell'auto.
L'estate successiva il viaggio fu a Versailles. [da http://www.pilotos-muertos.com]
![]() |
Agostinelli e Proust durante il viaggio in Normandia, 1907 |
Agostinelli, di padre italiano e madre forse con sangue arabo nelle vene, era cresciuto a Monaco. A
diciannove anni, malgrado un leggero sovrappeso e le guance paffute, era un giovane seducente e
atletico, con una bella pelle e folti capelli e baffi neri. La sua apparente timidezza celava una natura
temeraria, che si rivelava con la sua passione per la velocità delle macchine della modernità, l'automobile
e l'aereo [dalla presentazione de Un amore di Proust, di Jean Marc Quaranta].
In prima pagina sul Le Figaro del 19 novembre 1907 lo paragonò a S. Cecilia, a "une nonne de
la vitesse" e ne profetizzò la morte in un incidente.
Ricomparve nella vita di Proust nel 1913, quando, essendo rimasto senza lavoro, gli chiese un impiego
come autista. Dato che lo scrittore aveva già un autista, Odilon Albaret, gli propose di essere suo
segretario e dattilografo dei suoi scritti.
Alfred e la sua compagna Anna Square furono ospitati in casa sua.
Marcel annotava fatti e gesti che lo riguardavano nei suoi taccuini. Diceva che era la persona da lui più
amata al pari dei suoi genitori.
In dicembre Alfred tornò a casa di suo padre a Monaco. E Proust mandò da lui per convincerlo a
tornare indietro, ma senza successo, il proprio amico e consulente finanziario Albert Nahmiasm
conosciuto a Cabourg nel 1908. Da lui prenderà il nome definitivo Albertine (in precedenza chiamata
Marie).
Proust decise di assecondare Alfred nella sua passione per l'aviazione comprandogli un aeroplano su cui
aveva fatto incidere i versi da un sonetto di Mallarmé: "Le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui..."
Alfred si iscrisse alla scuola di volo del Garbero Bros a La Grimaudiére vicino a Antibes, sotto il
patetico, assurdo pseudonimo di Marcel Swann.
Nei due mesi successivi fece rapidi progressi, ma alle cinque del pomeriggio di sabato 30 maggio 1914
fece un secondo volo in solitaria, portando con sé 7000 franchi, tutto ciò che era rimasto dei regali di
Proust. Garbero, capo istruttore, l'aveva avvertito di restare all'interno dell'aerodromo, ma Alfred si
avventurò avventatamente sul mare e quando decise di tornare indietro, finì in stallo e l'aereo precipitò al
largo. Gli astanti inorriditi lo videro mentre in piedi sul sedile nel relitto che stava affondando, si
sbracciava gridando aiuto. Non sapeva nuotare e prima che una barca a remi lo raggiungesse, fu
inghiottito dai flutti insieme all'aereo. Le ricerche furono vane. Le forti correnti trascinarono il corpo per
oltre sei miglia a nord-est, vicino a Cagnes, dove fu ritrovato il 7 giugno dall'equipaggio di un
peschereccio, con ancora indosso la tuta color kaki.
La tristezza di Proust ci è trasmessa dalle sue lettere e in seguito dalla sua opera.
All'amico Henry Bordeaux scrisse:
"Un essere profondamente amato è morto a 26 anni, annegato".
Ad André Gide espresse il suo dolore per "la morte di un giovane che ho amato probabilmente più di
tutti i miei amici", aggiungendo una nota commovente:
"Era un ragazzo di deliziosa intelligenza, e del resto, era proprio per questo che lo amavo. Per molto
tempo non ho percepito questa intelligenza - a lungo non me sono accorto, come lui del resto - scoprii
in lui doti meravigliosamente incompatibili con tutto ciò che egli era.
Le scoprii con stupore, ma senza che aggiungessero nulla all'affetto che già provavo per lui. Dopo
averlo scoperto ho solo provato un po' di gioia in più nel rivelarglielo. Ma è morto prima di sapere
pienamente cosa fosse e perfino prima di esserlo compiutamente. Tutta la faccenda è permeata da
circostanze così spaventose che, già distrutto come sono, non so come sopportare un simile dolore".
Agostinelli fu il principale ispiratore per il personaggio di Albertine.
Nel 1908 Proust cominciò a scrivere il testo che sarebbe diventato Contre Sainte-Beuve, in cui
condannava il metodo il metodo del celebre critico letterario che, prima di affrontare l'analisi di un
testo, voleva apprendere primo tutto della vita dell'autore. Tutto il contrario della dottrina proustiana,
per cui la sensibilità creatrice non è riducibile ai dati sensibili di una biografia.
« Un livre est le produit d’un autre moi que celui que nous manifestons dans nos habitudes, dans la société, dans nos vices ».
Agli inizi del 1909 fece ricercare il vecchio pastiche su Saint-Simon per riunirlo agli altri, benché di
diverso argomento. Poi cessò di occuparsene, preso dal progetto che sarebbe sarebbe divenuto a poco
a poco la Ricerca.
Ma nel 1913 pensò di inserire i pastiches in un volume di articoli vari, anche di critica. Di nuovo
non vi seguito, fino alla fine della guerra. Quel quadriennio fu assai fervido: pur sviluppando il suo
romanzo, accumulava nel suo taccuino numerose note su Saint-Simon.
Nel 1913 presso Grasset dopo tante difficoltà e diversi duri rifiuti da parte di alcuni editori, pubblicò
a proprie spese Du Côté de Chez Swann.
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Alfred Agostinelli morì in un incidente aereo.
Dopo la dichiarazione di guerra, Robert Proust fu mobilitato come chirurgo a Verdun prima, poi sul
fronte italiano.
Céleste Albaret, la giovane moglie di Odilon, entrò al servizio di Marcel Proust. Una grande
complicità avrebbe unito Marcel Proust alla governante, allo stesso tempo sua confidente e segretaria,
per otto anni, durante la malattia, fino alla morte.
Nel 1916 Marcel Proust cambiò editore e passò alla Nouvelle Revue Française dopo le scuse di Gide.
Dovette però aspettare la fine della Prima Guerra Mondiale per vedere la pubblicazione di
À l’ombre des jeunes filles en fleur, Pastiche et mélanges e Du côté de chez Swann di cui la nuova
edizione uscì il 27 giugno 1919.
Nell'estate 1918, all'approssimarsi della pace, mentre stava terminando À l’ombre des jeunes filles en
fleur, tornò nuovamente all'idea di raccogliere i pastiches, li ricercò e trovò un titolo adatto, scrivendo
ai suoi corrispondenti di aver ripreso, sviluppato e adattato all'Affaire Lemoine anche quello di
Saint-Simon. Finalmente il testo comparve col titolo di Pastiches et Mélanges, presso Gallimard,
uscendo contemporaneamente a À l’ombre des jeunes filles en fleur, il 23 giugno 1919.
[da https://www.persee.fr/doc/simon_0409-8846_1977_num_5_1_942]
![]() | |
Bozza del pastiche "Dans un roman de Balzac" | |
☞ qui la XXIII Épreuves corrigées:
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53084162t/f14.item.r=pastiches%20pastiches
Il 10 dicembre 1919 l'amico Léon Daudet lo strappò dal sonno pomeridiano per dirgli che era stato
insignito del premio Goncourt per À l’ombre des jeunes filles en fleur.
La decisione scatenò un acceso dibattito:
https://gallica.bnf.fr/blog/10122019/proust-prix-goncourt-1919?mode=desktop
Questa la lettera con cui gli fu comunicata la notizia e sotto l'annuncio comparso sul giornale:
![]() |
[da https://gallica.bnf.fr] |
Il 23 settembre 1920 fu nominato cavaliere della Legion d'Onore.
![]() |
[da https://www.filae.com/] |
Fu quindi ospitato dal 30 maggio nella casa dell'attrice Réjane, all'8 bis di rue Laurent Pichat.
Il 1° ottobre andò ad abitare in un appartamento ammobiliato al primo piano al 44 di rue Hamelin, ora
sede di un hotel:
![]() |
[da Google maps] |
Questa sistemazione, che doveva essere solo temporanea, sarebbe divenuta il suo ultimo appartamento.
![]() |
[foto di Celette per Wikimedia] |
![]() |
il salottino |
Fu descritto come l' "orribile appartamento tanto modesto e scomodo quanto eccessivamente costoso"
dove Proust trascorse gli ultimi anni in mezzo a una "massa di quaderni e manoscritti ammucchiati
sul caminetto", con la tappezzeria che cadeva a brandelli.
Questa foto del maggio 1921 è una delle ultime di Proust fuori casa. Accompagnato da un amico, uscì
barcollando di casa per andare a visitare l'Esposizione dei Maestri Olandedi, per ammirare per
l'ultima volta la Veduta di Delft di Vermeer, davanti al quale fu colto da malore.
Davanti a quel quadro morirà, nel romanzo, lo scrittore Bergotte.
![]() |
|
La Nrf proseguì la pubblicazione di À la recherche du temps perdu: Le côté de Guermantes fu
pubblicato alla fine di ottobre 1920, Sodome et Gomorrhe all'inizio di maggio 1922, mentre
Proust confidava a Céleste Albaret di aver completato la stesura della sua opera.
![]() |
Proust mentre attende al finale della sua opera |
Nell'ottobre del 1922, mentre finiva di rileggere le stampe de La Prisonnière, Proust contrasse una
bronchite degenerata in polmonite nelle settimane successive.
Morì il 18 novembre 1922 assistito dal fratello Robert e da Céleste Albaret.
[http://elenapetrassi.blogspot.com/2016/02/il-letto-di-proust.html] - [ritratto post mortem
eeseguito dal pittore Boldini, su richiesta di Robert e poi donato a Celeste]
Dopo la morte dello scrittore, la NRF continuò la pubblicazione della sua opera: nel 1923
La Prisonnière, nel 1925 Albertine disparue e infine, nel 1927, Le temps retrouvé.